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Storia

La storia del paese è legata sin da principio a quella dei piccoli borghi limitrofi, tuttora frazioni del comune di Castellania. Fra questi il più importante e forse più antico è quello di Sant'Alosio, nato ben prima del Mille con l'edificazione delle due torri di osservazione e difesa che ancora oggi svettano sul punto più alto della collina. In origine le due torri in sassi e muratura dovevano essere circondate da un incastellamento per la gran parte costruito in legno e difeso da una cinta, in parte edificata in muratura anche sfruttando i massi rocciosi presenti sulla sponda della collina, in parte eretta anch'essa in legno. Dopo Sant'Alosio, all'inizio del nuovo millennio, nacque probabilmente il nucleo abitativo dell'attuale Castellania. Secondo le preziose ricerche condotte dalla Società Storica Pro Julia Derthona, il primo nucleo di Castellania era diviso in due parti chiamate Baselica e Lugagnano. Benché l'identificazione dei confini di queste due aree risultati difficilissima, i due toponimi sono variamente attestati in documenti a partire dall'inizio del XIII secolo. Lugagnano è tra le località confermate da Federico II di Svevia a Tortona nel 1220. Invece Baselica, nella cui etimologia alcuni vollero intravedere un'improbabile origine romana, è attestato la prima volta nel 1311 e sopravvive tuttora come cognome di numerose famiglie della valle. Nel XIII secolo i documenti del vescovato di Tortona attestano anche l'esistenza della frazione di Mossabella e, circa due secoli più tardi, si incontra il nome del borgo di Sant'Andrea.

Quanto al toponimo "Castellania", sempre le preziose ricerche della Pro Julia Derthona ci testimoniano che esso compare nei documenti solo dopo il XV secolo: secondo alcuni deriverebbe del termine "castello", ovviamente legato alla fortificazione di Sant'Alosio, mentre secondo altri deriverebbe dal nome gentilizio del capitano Castellino che sposò l'ultima discendente dei Rampini, nobile famiglia tortonese feudataria di Sant'Alosio e delle terre limitrofe a partire da una data imprecisata dopo il 1400 e sino alla soppressione del feudalesimo.

Evidente e indiscutibile è comunque il legame di Castellania e dei borghi limitrofi al vescovato di Tortona, a partire probabilmente già dal X secolo. Era il vescovo di Tortona a governare queste terre e ad attribuirle in feudo alle famiglie che ne hanno beneficiato nel corso dei secoli. Questa diretta dipendenza dal vescovato fa si che nei borghi di Castellania vi siano cappelle consacrate praticamente dal momento stesso della nascita dei piccoli centri. La prima chiesa della quale si ha notizia è quella intitolata a San Marziano e si può ritenere con relativa certezza che essa sorgesse nello stesso punto dell'attuale San Biagio, che già alla fine del XVI secolo doveva aver assunto il ruolo di chiesa principale di tutte le frazioni, divenendo poi chiesa parrocchiale. Anche la sua collocazione è perfettamente in linea con questo ruolo: apparentemente scomoda e decentrata se vista unicamente come chiesa di Castellania, diventa invece assolutamente centrale e ben raggiungibile se vista come chiesa di riferimento di tutte le frazioni.

FAUSTO COPPI

Nei secoli dell'età moderna Castellania e borghi limitrofi non registrano avvenimenti di rilievo. Sarà solo nel XX secolo che il paese potrà far parlare di sé dando i natali, nel 1919, a Fausto Coppi, unanimamente considerato uno dei più grandi sportivi di tutti i tempi. Tutto l'ultimo secolo di storia di Castellania è dunque indissolubilmente legato alla figura del Campionissimo: meta di una sorta di pellegrinaggio laico di sportivi e appassionati da tutto il mondo, il paese vive quotidianamente il mito del suo figlio più illustre. La stessa struttura urbanistica del borgo, in particolare negli ultimi cinquant'anni, si è evoluta attorno a luoghi di Coppi: nella parte alta del paese, a partire dal 1970, è stata edificata l'area del mausoleo dei fratelli Fausto e Serse, la chiesa e la sala dei cimeli. La via principale del paese è stata intitolata a Fausto; la casa natale, che vi si affaccia, è stata trasformata in museo; la casa dei nonni è divenuta un ristorante per accogliere i visitatori; un'altra vecchia casa degli avi di Coppi ospita un centro di documentazione sul ciclismo e persino la sede della scuola elementare è divenuta sala multimediale, parte integrante di un percorso museale che continua per tutte le vie del paese, con gigantografie da foto legate a Fausto e alla sua storia.

LA RESISTENZA PARTIGIANA A SANT'ALOSIO
Le prime vittorie di Fausto Coppi sono interrotte dallo scoppio della seconda guerra mondiale ed in relazione a questo tragico avvenimento, non possiamo non riportare la storia della resistenza ed in particolare del distaccamento "Regazzi", con sede a Sant'Alosio, capitanata da Pietro Manzini, nome di battaglia Ettore, a cui è intitolato il belvedere antistante l'oratorio di San Bernardo, ai piedi delle torre medioevali.
Sulla storia di tale distaccamento e sul racconto della battaglia di Sant'Alosio, avvenuta l'11 Aprile 1945, tra i partigiani capitanati da "Ettore" e le truppe nazifasciste, si rimanda ai documenti qui allegati.

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